Nel 1997 entrai nella compagnia di Carolyn Carlson.
Giovane cantante inesperta, raggiunsi questa stupenda dama della danza a Parigi.
Lo spettacolo si intitolava “Dall’Interno”.
Quel periodo ha cambiato la mia vita,
e i ricordi di quei giorni ancora oggi mi fanno vibrare di gioia.
Dall’Interno.
Perché ci penso ora?
Perché chiusa in casa dal primo marzo, comincio a esaurire i percorsi “del praticato possibile” : i miei 31 mq non essendo aumentati (a parte l’integrazione dei 7 piani dell’immobile che oramai mi servono da palestra), sono finalmente giunta alla conclusione che, a scapito di spazio fisico, l’ora è giunta di allargare gli orizzonti…ed andare “oltre“.
Prima fase
Sempre all’altezza delle mie aspettative, grazie anche al vantaggio di uno strepitoso settimo piano , il mio balcone mi regala gioie insperate…
Anche quando c’è un tempo da schifo…: perché ho una vista mozzafiato (e adoro il tempo da schifo).
All’inizio di questa quarantena, grazie dunque a questa postazione strategica, mi sono proclamata portinaia del quartiere conferendomi, in quanto tale, la libertà di proferire insulti dal mio già citato 7° piano, a chiunque incurante della gravità della situazione, per non dire egoista, irresponsabile e odioso ai miei occhi, passeggiasse tranquillamente per strada: credo di averne approfittato anche per sputare un po’ di veleno qua e là…e conoscendomi devo aver assunto rapidamente le sembianze della strega di Hansel e Gretel (casa di marzapane compresa…) …
Quando pero’ tutti hanno iniziato ad aver veramente paura (per quella io godevo di due settimane di anticipo essendo rientrata dall’Italia a fine febbraio…guarda te che fortuna!), la strada si è svuotata togliendomi anche questo piccolo piacere.
Non sapendo più cosa fare sul balcone, sono rientrata.
E dentro casa mia sono fuori dal mondo.
Seconda fase
Il cielo è veramente in una stanza.
…ed il mio mondo si è trasferito…altrove: passando da qui, per perdermi da qualche parte fra una rete invisibile, queste quattro mura e la mia fantastica capacità a vivere la realtà da un universo parallelo…
- Ho rivisto per la quindicesima volta “I bambini lupo” chiedendomi a quale dei miei uomini assomigliasse quel bellissimo lupo mannaro;
- provato molta emozione e empatia per Abelardo e Eloisa e in generale per tutte le storie d’amore sfigate e per gli sfigati in particolare;
- capito che quando la focaccia di patate pugliese non lievita è senza dubbio… colpa del lievito o della patata. Comunque è sempre colpa di qualcosa o di qualcuno (eccetto della sottoscritta, ovviamente);
- fatto torte ascoltando “Alle origini del cioccolato” in 6 episodi: 6 episodi → 6 torte → 15 giorni di quarantena → 1 persona in casa = ho mandato a quel paese la prova costume;
Però…non è che sia così sicuro che al mare quest’estate ci andrò…
Allora ho continuato a fare torte anche una volta gli episodi finiti e per la prima volta in vita mia mi sono detta che che della prova bikini…: non me ne importa proprio un bel niente.
Imparare a far durare una spesa due settimane senza morire di fame è una prova!
Mantenermi più o meno sana di mente malgrado tutto quello che accade, anche questa ne è una.
Evitare di diventare come Tom Hanks in “Cast Away” dopo quindici giorni chiusa in casa da sola ecco…questa è una vera prova costume…
Ma il bikini…No
Una volta mangiate le torte, accantonato i bikini, pianto sugli sfigati, usato le patate per fare un purè riflettendo ai lupi mannari, ho scoperto che le pulizie di casa si possono tranquillamente fare alle 2 del mattino (in realtà ho scoperto che tutto si può fare alle 2 del mattino quando fai colazione a mezzogiorno…): qual’è il nesso logico fra tutte queste cose? Che soffro di un jet lag cronico da quarantena, cosa che ha avuto almeno il merito di farmi riflettere al prossimo viaggio…quello di salvataggio, sulle parole di Gary Hemming :
“ogni tanto abbiamo tutti bisogno di un salvataggio tanto nella vita che nella montagna”
(appunto)
…ed in questo momento, in pieno vagabondaggio psichedelico, mi è tornata in mente… “Dirge” di Bob Dylan…che mi ha riportata indietro di 23 anni “dall’interno”, e dall’interno mi sono resa conto che sono già “fuori” da un bel pò anni.
Solo che non lo sapevo.
Allora mi sono chiesta, una volta uscita dal vagabondaggio psichedelico:
se in qualche modo sono altrove
e non me ne rendo conto
la realtà: dov’è?
È…all’interno o…all’esterno?
e…qual’è ?
…a seguire…
DIRGE
Bob Dylan
I hate myself for lovin’ you and the weakness that it showed
You were just a painted face on a trip down Suicide Road.
The stage was set, the lights went out all around the old
hotel,
I hate myself for lovin’ you and I’m glad the curtain fell.
I hate that foolish game we played and the need that was
expressed
And the mercy that you showed to me, who ever would have
guessed?
I went out on Lower Broadway and I felt that place within,
That hollow place where martyrs weep and angels play with
sin.
Heard your songs of freedom and man forever stripped,
Acting out his folly while his back is being whipped.
Like a slave in orbit, he’s beaten ‘til he’s tame,
All for a moment’s glory and it’s a dirty, rotten shame.
There are those who worship loneliness, I’m not one of them,
In this age of fiberglass I’m searching for a gem.
The crystal ball up on the wall hasn’t shown me nothing yet,
I’ve paid the price of solitude, but at last I’m out of
debt.
Can’t recall a useful thing you ever did for me
‘Cept pat me on the back one time when I was on my knees.
We stared into each other’s eyes ‘til one of us would break,
No use to apologize, what diff’rence would it make?
So sing your praise of progress and of the Doom Machine,
The naked truth is still taboo whenever it can be seen.
Lady Luck, who shines on me, will tell you where I’m at,
I hate myself for lovin’ you, but I should get over that
ECCEZIONE FATTA POUR “DIRGE” (TESTO MUSICA PROPRIETÀ DI BOB DYLAN) LE FOTOGRAFIE E I TESTI PUBBLICATI SU QUESTA PAGINA, SONO OPERA DI CRISTINA SCAGLIOTTI E DA INTENDERSI PROTETTI DA COPYRIGHT. SONO VIETATI L’UTILIZZO E/O LA COPIA ANCHE SOLO PARZIALI SENZA AUTORIZZAZIONE : SCRIVERMI E CHIEDERE INVECE…NON LO È! GRAZIE.